Respirare: un atto semplice, il nostro primo segnale di vita, spontaneo, che accompagna tutta la nostra esistenza e che proprio perché “accade” naturalmente spesso non teniamo in giusta considerazione o, meglio, non facciamo in modo consapevole.
Eppure il respiro è legato ad ogni nostra azione, emozione, stato d’animo… Tant’è vero che molte discipline artistiche quali il canto, la danza e il teatro considerano la respirazione un insegnamento di base di fondamentale importanza.
Un atto insomma “importante”, ovvero, nel senso letterale del termine, qualcosa che “porta dentro”, penetra, tocca la sfera interiore, al quale dovremmo quindi, in ogni momento della giornata, durante ogni nostra azione, comportamento ed evento, prestare la giusta attenzione.
Non è un caso che in molte discipline, soprattutto in quelle che trovano le loro basi nelle filosofie orientali, tradizionalmente attente a ciò che viene espresso dal corpo ma che parte dalle zone più intime e profonde di noi stessi, la pratica della respirazione venga sottolineata già nelle prime fasi di apprendimento.
Ma non solo. Tutti i bravi maestri di teatro sanno che la prima regola da passare ai propri allievi è proprio quella di “imparare a respirare”.
Salire su un palco, studiare a memoria un testo, entrare nei panni di un personaggio, ma anche affrontare i momenti critici, come quando si dimentica una battuta e ogni qual volta sia necessario riprendere il controllo della situazione e centrarsi su se stessi: tutte azioni che non potrebbero rendere al meglio se non si fosse allenati a utilizzare al meglio la respirazione.
Quasi ogni corso di teatro inizia con i primi passi verso la consapevolezza della propria respirazione. Ogni buon maestro lo fa.
Nella pratica del teatro, non si tratta soltanto di saper gestire la propria voce o di non rischiare di arrivare senza fiato alla fine di una battuta, ma anche di gestire le proprie emozioni dietro e sul palcoscenico e di saper esprimere sentimenti per poterli trasmettere al meglio.
Un lavoro di grande consapevolezza e di grande efficacia, che ogni attore conosce. Un punto di partenza davvero importante per far agire su un palco il proprio corpo in modo efficace e presente.
Avere consapevolezza del proprio respiro, liberarlo, imparare ad usarlo, educare (o rieducare) il diaframma… Tutte pratiche utilissime nella vita quotidiana per il nostro benessere, fondamentali anche nel momento in cui si vuol fare teatro.
Esercitarsi quindi a “ricordare di respirare”, portando l’attenzione al proprio respiro non soltanto quando si svolgono esercizi propedeutici o in fase di rilassamento (durante la quale possiamo ad esempio immaginare di rilasciare una parte del corpo dopo l’altra al ritmo della nostra inspirazione ed espirazione), ma anche nel momento in cui si è in scena.
Un buon allenamento per rinforzare il diaframma e quindi imparare ad utilizzarlo al meglio anche per l’emissione vocale, è quello di inspirare facendo gonfiare la pancia, quindi trattenere il fiato per alcuni secondi e poi emettere più volte, in modo secco e deciso, una serie di “ah”, come si stesse ridendo. Questo esercizio rende molto consapevoli della contrazione del muscolo ed è utile per tenerlo in allenamento.
Altro esercizio che aiuterà anche ad affinare l’intenzione (elemento molto importante nel teatro, che influisce particolarmente sulla qualità dell’interpretazione) è quello che si può fare, meglio se in posizione eretta e tenendo le mani sul ventre, concentrando lo sguardo su un punto preciso davanti a noi, gonfiare la pancia, trattenere il respiro, quindi far uscire lentamente l’aria dalla bocca al suono di una lunga “esse” continua fintanto la pancia si sarà sgonfiata del tutto, come se dalle nostre labbra uscisse un raggio precisissimo ed acutissimo che possa colpire il punto che ci siamo prefissati.