Reiki: canalizzazione dell’energia vitale

Il reiki è un passaggio di energia che serve a sciogliere i blocchi che non permettono lo scorrimento del flusso energetico. Come indicano i due ideogrammi giapponesi Rei – Energia Universale, e Ki – Energia vitale, il compito di questa disciplina è il percorso verso l’unione e l’armonizzazione tra il Tutto e il singolo.

Possiamo identificare il Ki della cultura orientale con l’anima, o ‘soffio vitale’, connessa a ciascun corpo singolo e che differenzia ogni essere dando luogo alla molteplicità. Mentre il Rei è qualcosa che l’uomo non può comprendere intellettualmente ma che può percepire come forza vitale dell’universo, infinita e assoluta, che continuamente ci sostiene e ci benedice.

Attraverso l’imposizione delle mani sul corpo, nel reiki si cerca di far fluire l’energia cosmica nell’uomo aprendo i canali a livello dei chakra permettendo così di liberare la persona dai vincoli individuali e di poter attingere alla fonte illimitata del cosmo che, al contrario di quella del singolo, non si può esaurire. Il praticante in questo modo non va a prosciugare la sua energia particolare ma al contrario durante la sessione di reiki si riequilibra e si energizza a sua volta.

La scuola e il metodo che oggi sono praticati si rifanno agli insegnamenti del Maestro Mikao Usui e consistono in una serie di iniziazioni e attivazioni energetiche che servono per acquisire la conoscenza dei simboli di guarigione e per l’apertura dei canali energetici.

La pratica dell’imposizione delle mani, presumibilmente conosciuta dall’uomo sin da tempi antichissimi, deve la sua riscoperta grazie alla vita del maestro giapponese Usui, vissuto nel XIX secolo.

La storia della vita del Maestro Usui ci racconta di come egli, ritiratosi su di una montagna, dopo 21 giorni di meditazione e digiuno, ricevette da una luce i simboli sacri che avevano il potere di guarire. Quando scese dalla montagna infatti si trovò in grado di curare con la semplice imposizione delle mani sia se stesso che gli altri.

Usui decise di vivere insieme ai mendicanti, per aiutarli e sostenerli. Presto capì però che non era possibile migliorare le loro vite con una guarigione esclusivamente fisica; era infatti necessario che essi intraprendessero un strada spirituale.

Così si mise in viaggio, girovagando per le vie del mondo con una fiaccola in mano. Era un’indicazione simbolica: chi desiderava seguirlo, avrebbe dovuto ricercare la stessa luce interiore.

Il suo insegnamento può essere ben riassunto da queste semplici regole che ci ha lasciato:

“Per oggi non ti preoccupare,
per oggi non ti arrabbiare,
onora i genitori, i maestri e gli anziani,
guadagna da vivere onestamente,
mostra gratitudine a tutti gli esseri”