Il rebirthing come guida alla dimensione transpersonale

“Ognuno può e deve fare del materiale vivente della sua personalità, non importa se marmo, argilla o oro, un oggetto di bellezza, in cui possa manifestarsi adeguatamente il suo Sé transpersonale”.

Roberto Assagioli

La pratica del rebirthing agisce in maniera benefica su vari livelli: fisico, energetico, emotivo e mentale. Oltre questi piani legati alla storia personale del singolo, una respirazione consapevole può aprire la strada a quella che viene definita dimensione trascendentale in cui si sperimenta una percezione che va oltre la nostra specifica individualità. Grazie a questo livello dell’essere, frutto di stati di meditazione profonda, possiamo attingere all’inconscio superiore dando vita alle intuizioni artistiche, alle creazioni geniali, agli imperativi etici e agli slanci altruistici. Se nella percezione ordinaria della realtà sperimentiamo continuamente la dualità tra il soggetto e l’oggetto, in questa altra sfera conoscitiva ci scopriamo indivisibili e uniti al tutto che ci circonda. Comune a molte tradizioni religiose e filosofiche vi è lo sconfinamento dell’Io personale in un regno superiore: il nirvana del Buddismo; il satori nello zen; Il fanāʾ del Sufismo; come anche l’estasi dei mistici di ogni cultura.

La psicologia transpersonale si occupa di indagare questa sfera spirituale in cui vengono studiati superiori stati di coscienza come l’intuizione e l’illuminazione. Come dice Abraham Maslow questa psicologia vuole andare oltre l’individuo, la sua identità, la sua realizzazione per oltrepassare la condizione umana. Il concetto di ‘transpersonale’ sta a significare ciò che va oltre la personalità, intesa in senso junghiano, solamente con la parte cosciente del Sé che esclude sia l’aspetto ombra che gli innumerevoli archetipi.

Molti tra i più importanti psicologi hanno contribuito allo sviluppo di queste ricerca, cercando di unire la loro pratica e i loro studi professionali con il regno spirituale. Roberto Assagioli, illustre psicologo italiano, è il primo che ha introdotto l’uso del termine transpersonale nel suo lavoro sulla psicosintesi. Questa psicologia si propone il compito di guidare l’uomo alla ricerca del proprio Sé superiore permettendo la scoperta di un immenso potenziale creativo capace di scardinare tutte le identificazioni con ruoli predefiniti che ci imponiamo.

Anche Carl Gustav Jung può essere considerato uno dei massimi esponenti di questo indirizzo, basti pensare alla nozione di inconscio collettivo che si situa su un piano trans-personale rispetto al vissuto del singolo individuo. Lo stesso Maslow, già citato, ha introdotto il concetto di peak experencie (esperienze di picco) in cui si raggiungono stati di profondo benessere, momenti di estasi in cui si sperimenta una profonda e completa realizzazione del proprio potenziale. Maslow le definisce come “rare, emozionanti, oceaniche, commoventi, esilaranti, queste elevate esperienze generano una forma avanzata di percezione della realtà, magiche e mistiche sul loro effetto in chi le sperimenta”.