Il metodo delle costellazioni familiari: campo morfogenetico e psicogenealogia

Le costellazioni familiari sono un valido strumento di presa di coscienza dei blocchi emotivi e delle malattie che provengono dal nostro albero genealogico e di cui siamo inconsapevoli vittime. Attraverso il lavoro di gruppo e la guida di un facilitatore, ‘il costellato’ espone un problema e affida dei ruoli (genitore, compagna, etc.) o dei sintomi (malattie, problemi economici, etc.) alle altre persone del gruppo che sono chiamate a rappresentarli. Liberi di muoversi senza un copione prestabilito, i membri del gruppo ‘rappresentanti’, disposti in cerchio, lasciano emergere tutto ciò che il costellato non può conoscere del problema o della situazione familiare, in una sorta di rappresentazione scenica.

Ma è bene probabilmente dare subito voce ad una domanda che spesso ci si pone la prima volta che si sente parlare di costellazioni familiari: com’è possibile che persone appena conosciute riescano a impersonare ruoli e aspetti della vita di un’altra persona in maniera spontanea e a rappresentare ciò che forse neanche il soggetto costellato conosce?

Solo attraverso le nozioni di campo morfogenetico e psicogenealogia è possibile spiegare ciò che altrimenti potrebbe sembrare superstizione. Il campo morfogenetico (da morphè, forma e genos, origine) è stato teorizzato da Rupert Sheldrake, biologo britannico che per primo ha studiato la presenza di una forza invisibile responsabile degli accadimenti che occorrono al singolo individuo a partire dal suo ‘sistema di riferimento’ (famiglia, specie, etc.). Una relazione perciò tra singolo e ‘collettivo’ e non tra una singola parte e un’altra come avviene per esempio nella trasmissione del genoma di genitore in figlio.

Questo bagaglio di informazioni, definito memoria collettiva, è sempre presente e attivo anche se in maniera inconscia nei nostri comportamenti e nelle nostre scelte di vita: le costellazioni hanno l’obiettivo di prenderne consapevolezza permettendoci di vedere, forse per la prima volta, certi aspetti che ci portiamo dietro ed a cui i ‘rappresentanti’ della costellazione si connettono in maniera spontanea.

Oltre alla nostra coscienza singola esiste una coscienza di gruppo che si riferisce al nostro clan di appartenenza. Lo studio di questa ‘coscienza allargata’ è conosciuto con il nome di psicologia transgenerazionale o psicogenealogia. Teorizzata da Anne Ancelin Shützemberger, la psicogenealogia indaga e studia le principali informazioni che una famiglia porta alle generazioni successive riguardo ai modi in cui il gruppo è riuscito a sopravvivere. I ‘rappresentanti’ si legano a questo campo familiare che, come quello gravitazionale, li fa muovere seguendo dei precisi schemi.

Il facilitatore ci aiuta nella nostra presa di consapevolezza di ciò che magari non riusciamo a leggere, ma che appare chiaramente dentro la costellazione (per fare un esempio, il dolore di una nonna che non abbiamo mai conosciuto ma il cui trauma grava su di noi).

Negli episodi di violenza, nei conflitti e nelle carestie che i nostri antenati hanno affrontato risiede il maggiore peso delle esperienze che noi abbiamo ereditato. Queste situazioni di estrema difficoltà potrebbero aver portato dei blocchi emotivi e delle malattie che possono riaffacciarsi anche saltando delle generazioni.

Come messo in luce dagli studi pionieristici sull’infanzia della psicologa Françoise Dolto, nei bambini è riscontrabile una sensibilità talmente elevata che l’infante assume i comportamenti prescindendo da ciò che viene trasmesso coscientemente dal genitore, questo grazie alla loro naturale ricettività per cui riescono a sentire anche ciò che gli viene omesso.

Ispirata da queste analisi la Shützemberger mette a punto il genosociogramma, una ricostruzione analitica dei collegamenti che intercorrono in un albero genealogico di almeno tre generazioni e di cui fanno parte anche persone non consanguinee ma che hanno influenzato la famiglia in maniera positiva o negativa. Scopre così vari fattori ricorrenti che si possono riscontrare in ogni nucleo parentale: la sindrome dell’anniversario, date che ricorrono nello scatenarsi di malattie in precisi periodi della vita; la lealtà familiare, ossia un copione prestabilito che determina gli schemi e i ruoli che si dovranno assumere, come nel caso della sostituzione del bambino scomparso in cui un bambino prende il posto del fratello morto. Tutti questi processi messi in luce dalle costellazioni sono dettati da ragioni biologiche primordiali e, come ci rammenta Bert Hellinger, il fondatore di questa pratica, non vanno giudicati giusti o sbagliati. Ma è bene esserne consapevoli per poter capire come è meglio agire per portare guarigione all’intero sistema.