Deepak Chopra e la meditazione trascendentale

La meditazione trascendentale: una tecnica che attiva la nostra capacità innata di guarigione.

Una delle personalità di spicco che negli anni Ottanta ha abbracciato la tecnica della meditazione trascendentale e che ha avuto un intenso e profondo legame con Maharishi Mahesh Yogi, è stato senza dubbio Deepak Chopra.

Medico indiano formatosi negli Stati Uniti, Chopra ha saputo mettere a frutto le sue conoscenze sulla medicina ayurveda, le neuroscienze, la medicina occidentale e la fisica quantistica proponendo percorsi volti al benessere e all’integrazione corpo-mente-spirito che mediano tra la filosofia orientale e la scienza occidentale.

Moltissimi i suoi libri di successo, tradotti in tutto il mondo, tra i quali, forse i suoi più conosciuti, Quantum Healing, tradotto in Italia nel 1988 con il titolo Il guaritore interno e poi ripubblicato nel 1992 con il titolo Guarirsi da dentro e Le sette leggi spirituali del successo, nel 2014 riproposto in Italia da Sperling & Kupfer.

Portata in occidente alla fine degli anni Cinquanta da Maharishi Mahesh Yogi, la cui figura si lega anche al mondo della cultura giovanile degli anni Sessanta (noto il suo ashram in India dove nel 1967 si recarono i Beatles), la meditazione trascendentale è stata da lui strutturata partendo dall’antica scienza vedica e unendovi i suoi studi sulle scienze occidentali.

La meditazione trascendentale si basa su quello stato in cui la mente trascende naturalmente, senza essere forzata alla concentrazione, permettendo al corpo di entrare in uno stato di riposo molto più profondo del sonno che ha il potere di agire sia sullo sviluppo olistico del nostro cervello sia sugli stress più radicati che incidono profondamente sulla produzione della serotonina, l’ormone che non soltanto agisce sull’umore, ma la cui diminuzione causa molti disturbi anche rilevanti per il nostro benessere psico-fisico.

Una tecnica che, per volontà di Maharishi, si è trasmessa per mezzo della formazione di insegnanti in grado di guidare all’esperienza naturale della trascendenza chi voglia “andare oltre” e ritrovare il luogo in cui dimora la vera natura della mente, ovvero la felicità a cui noi tutti tendiamo.

Una tecnica che è stata seguita nel tempo da oltre sei milioni di persone e che è stata introdotta in molte scuole in diverse parti del mondo, ma che non è certo stata dispensata anche da critiche e controversie sia per un presunto misticismo sia per i costi elevanti degli insegnamenti, che, nel tempo, hanno portato a diversi cambiamenti nel movimento stesso.

Un rapporto intenso, profondo, rispettoso ma anche doloroso e critico, quello di Chopra con Maharishi (per chi fosse interessato, qui un coinvolgente e dettagliato racconto scritto da Deepak Chopra stesso che ripercorre la vicenda ma anche i suoi sentimenti e la sua personale analisi dei fatti di quegli anni: www.huffingtonpost.com/deepak-chopra/the-maharishi-years-the-u_b_86412.html), che ha visto Chopra allontanarsi nel 1993 dal movimento e successivamente riprendere e rielaborare un’antica tecnica di meditazione vedica, chiamata Meditazione del Suono Primordiale, che egli stesso presenta nel suo Chopra Center for Wellbeing inaugurato nel 1995 negli Stati Uniti assieme a David Simon e che si basa sui suoni primordiali, fondamentali della natura, proposti come mantra personalizzati.